We Love Art
We Love Art è il progetto della Farnesina e della Fondazione CDP per promuovere all’estero le opere di otto giovani artisti che hanno saputo unire l’arte con l’industria. Un tour internazionale, in collaborazione con ambasciate, consolati e Istituti Italiani di Cultura, che è partito da Seoul e ha fatto tappa anche all’Istituto Italiano di Cultura di New York dove la mostra si chiude, lunedì 28 febbraio 2022, alla presenza di Mariangela Zappia, Ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti, prima di proseguire verso Città del Messico, Il Cairo e Berlino e poi entrare a far parte della collezione permanente della Fondazione Cassa Depositi e Prestiti.
Il progetto si ispira alla mostra “Sculture nella città”, tenutasi a Spoleto nel 1962, con opere in metallo realizzate nelle officine dell’Italsider da un gruppo di artisti internazionali. Seguendo la medesima suggestione, i curatori di We Love Art hanno invitato otto artisti italiani delle ultime generazioni a realizzare opere ispirate ai processi produttivi e concettuali di altrettante importanti aziende italiane.
Le imprese e gli artisti coinvolti nell’iniziativa sono: per Ansaldo Energia, Namsal Siedlecki; per CDP Immobiliare, Amedeo Polazzo; per ENI, Tomaso de Luca; per Open Fiber, Benni Bosetto; per Snam, Alice Ronchi; per Terna, Giulia Cenci; per TIM, Giulio Saverio Rossi e per Webuild, Lulú Nuti.
We Love Art è curata dal critico d’arte Ludovico Pratesi insieme a Marco Bassan ed intende rappresentare una nuova forma di mecenatismo, realizzato in sinergia tra pubblico e privato, con l’obiettivo di sviluppare il dialogo e la collaborazione tra creatività artistica e produzione industriale, al fine di raccontare l’impresa italiana all’estero attraverso le opere di artisti emergenti.
Nell’intervista per le “Stanze italiane”, Ludovico Pretesi mette in luce, passando in rassegna le 8 opere, non solo la creatività italiana a livello artistico ma anche, in qualche modo, la creatività a livello industriale, con linguaggi diversi (dalla scultura alla pittura alla fotografia) scelti per evitare di creare un’eccessiva omologazione, dando vita a nuove forme creative e a una nuova proposta culturale.