1. 14 agosto 2023 – Richmond
Qui non è Nuova York – Verso sud con Maria Teresa Cometto e Glauco Maggi
Secondo coast-to-coast, stavolta fino in California attraverso gli Stati meridionali. Siamo molto eccitati, l’andare on the road, per sette settimane e mezza!, è una miscela di feeling: c’è la preoccupazione di base, 15 mila km davanti a noi, nel traffico americano che va dal deserto alle high-way a sei corsie; c’è la curiosità del fanciullino, che è sempre caratterialmente disposto a vedere, scoprire, stupirsi; ma poi c’è anche, per noi, l’impegno di non chiudere mai il nostro occhio professionale, quello che abbiamo aguzzato in decenni e decenni di carriera, da qualunque parte andiamo. Quest’ultima qualità (o è una deformazione?) si trova nella sua più naturale ambientazione qui, nella missione 2023, un bis della precedente del 2022 che ci aveva portato attraverso il “profondo nord” fino all’Oregon. Dalle 52 tappe che ci aspettano in due dozzine di stati dobbiamo estrarre un reportage ospitato dal sito web dell’Istituto italiano di cultura di New York.
Oggi 14 agosto è la prima puntata. Per la verità non era neppure prevista, perché sapevamo che la marcia di trasferimento al Sud, in Virginia, avrebbe preso un sacco di ore. Infatti, dal selfie scattato stamane alle 9 sotto la Freedom Tower a New York alla foto nella Monument Avenue, il viale dei Monumenti di Richmond, ne sono passate otto. Però c’è il sole al nostro arrivo e, reduci sani e salvi da un acquazzone tropicale nel pomeriggio, abbiamo deciso che l’intensità della giornata andava documentata. Due situazioni più simboliche della storia americana, lontana e contemporanea è impossibile trovarle insieme.
La prima, Ground Zero, è il sacro terreno della risposta della città, e dell’intera nazione, al terrorismo. Le Torri Gemelle sono sparite, vittime del male moderno dell’islamo-fascismo, ma al loro posto e’ risorto un quartiere che è ancora più vivo, più ricco di cultura e di business. Noi abitavamo a Battery Park, e siamo testimoni viventi dell’ieri e dell’oggi.
Come la Freedom Tower, guarda ad un futuro di una umanità che si deve sforzare d’essere sempre migliore. E Ashe lo fa con uno scherno che non si può più apprezzare appieno, oggi, nella sua carica di disprezzo. Infatti la Statua di Ashe, quando condivideva il viale con i Confederati, era stata eretta in modo che desse loro le spalle. La rivincita storica è compiuta, sacrosanta. Chissà se il campionissimo nero, scomparso nel 1993, aveva mai sognato di poter cacciare i generali razzisti dalla sua città natale?
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