3. 16 agosto 2023 – Jamestown e Williamsburg
Qui non è Nuova York – Verso sud con Maria Teresa Cometto e Glauco Maggi
Lasciamo Richmond e il suo “nuovo” Capitol della Virginia che sa tanto di arte romana classica e facciamo un salto all’indietro, nella storia pre-Stati Uniti, lungo un secolo e mezzo e quasi cento chilometri. Williamsburg e Jamestown, i nomi che legano il passato monarchico inconfondibilmente inglese della prima colonia alla moderna nazione repubblicana, sono l’obbligato punto di partenza per chi cerca le radici del sogno americano.
Geograficamente, il visitatore che va a sud come noi incontra prima Williamsburg, che è stata capitale prima di Richmond, e poi scende verso il James River. Ma qui trova… l’archeologia vera e propria degli Stati Uniti. Sulla spiaggia del parco nazionale di Jamestowne abbiamo incontrato una nutrita squadra, saranno stati non meno di una decina, di “archeologi professionali”, come ha tenuto a precisare il più anziano di loro quando abbiamo chiesto “siete dei volontari?”.
Sotto tre tendoni per ripararsi dal sole cocente, gli studiosi hanno ricavato dalla terra sabbiosa delle vasche, delimitate da bordi fissi di legno, altrettanti rettangoli su cui lavorano meticolosamente. Con righelli metallici raschiano la superficie centimetro per centimetro. Non usano il setaccio, perché ogni centimetro di terra esaminato con l’occhio allenato dell’archeologo può riservare qualche importante sorpresa. Mentre eravamo a parlare con il nostro interlocutore, appassionato e felice che ci interessassimo del loro lavoro, uno più giovane si è alzato dalla sua zona di scavo ed è venuto, orgogliosamente, a farci vedere i suoi ultimi reperti. Uno sarà stato grande mezza unghia, doveva essere un frammento di una ceramica colorata diversamente sui due lati. L’altro pezzo era un pallino di piombo. Che cos’è, chiediamo? Una scheggia di proiettile! Il giovane, e il più vecchio, avevano lo stesso entusiasmo. Questi ricercatori hanno una missione precisa, ed ogni traccia che conferma l’esistenza del primissimo raggruppamento di pellegrini in quell’area li conforta. Sanno, e ci dicono, che in questa area, dove sono rimasti solo ruderi sparsi di quella stagione coraggiosa, gli sparuti gruppi arrivati nel primo avamposto britannico avevano costruito un villaggio di case, da 40 a 60. Lo aveva lasciato scritto l’avventuriero europeo John Smith, promosso colono di sua maestà e primo “governatore” della accozzaglia di coloni che accettarono di stabilirsi qui. Lui fece tanto per sviluppare questo progetto di insediamento, che si è meritato l’enorme statua a lui dedicata, che campeggia sul litorale a poche decine di metri dall’acqua, vicino ad una chiesa (ricostruita di recente) e ad un obelisco celebrativo dei primi 300 anni di Jamestowne. La narrazione dell’arrivo dall’Europa dei migranti che fuggivano dalle persecuzioni religiose ha reso molto più famoso e celebrato lo sbarco dei pellegrini del Mayflower nel 1620 a Plymouth in Massachusetts. Ma i primi piedi europei che hanno calcato il suolo del Nuovo Continente sono stati quelli dei coloni mandati dagli inglesi per fondare Jamestowne, nel 1607. Lo scopo? Vedere se le terre sconosciute potevano dare un buon ritorno all’investimento speso per finanziare le scoperte.
Le terre americane avevano però già i loro abitanti naturali, e legittimi. E lo scontro-incontro tra le due civiltà finì malissimo, come sappiamo ora. Però, al tempo, ci furono anche momenti di intesa e collaborazione tra i nuovi venuti e i nativi. A pochi passi da dove lavorano gli archeologi, la (breve) luna di miele è rappresentata dalla statua slanciata e affascinante di Pocahontas, figlia del capo indiano locale che era andata in sposa a un agricoltore e commerciante che aveva fatto fortuna, per primo, introducendo la coltivazione del tabacco in Virginia. I rapporti deteriorano, però, e i coloni non ritennero più sicuro vivere a Jamestown, dove si erano sistemati fin dal 1619: nel 1699, così, si ritirarono all’interno, a Williamsburg, che divenne la capitale formale della Virginia.
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La visita al sito storico di Williamsburg mostra i progressi di una comunità di coloni che prendeva sempre più la forma di uno Stato moderno. Si percepisce la strisciante transizione del potere. La residenza del governatore britannico e il Campidoglio che precede quello di Richmond sono a poche centinaia di metri di distanza. E la passeggiata lungo le strade che portano dall’una all’altro offre tanti spunti per calarsi in quella atmosfera: sono le abitazioni e i negozi aperti al pubblico secondo lo stile del “reenactment”, le rievocazioni del passato affidate ad attori in costume. A proposito, i turisti di ogni età non dovrebbero mai perdere l’occasione di visitare i parchi nazionali e i siti storico americani. Sono sempre una miniera di spettacoli dal taglio più svariato – culturale-storico-didattico-naturalistico – che sa fare della storia, o dei monumenti della natura, uno show sempre godibile. I due di Jamestowne e di Williamsburg li raccomandiamo assolutamente perché sono divertenti oltre che istruttivi.