37. 19 settembre 2023 – Austin

Qui non è Nuova York – Verso sud con Maria Teresa Cometto e Glauco Maggi

Non ha perso l’accento romano dopo aver insegnato per quasi 40 anni l’italiano all’Università del Texas a Austin, quando la intervistiamo nel suo ufficio da professoressa nella sede del dipartimento French -Italian che dirige da decenni. Del resto Antonella Del Fattore-Olson ha costruito tutta la sua carriera sul programma Rome Study, da lei lanciato quasi 30 anni fa e che comporta una cospicua presenza di allievi texani nella capitale italiana ogni anno. Il corso è considerato il fiore all’occhiello della facoltà di lingue, e con ogni probabilità continuerà ad essere organizzato da chi sarà incaricato di sostituire nella gestione operativa Antonella, diventata “professoressa emerita” da qualche settimana.

In che cosa consiste il corso “romano”, chiediamo? “Fin dal primo anno, nel 1996, ho messo insieme un gruppo di studenti entusiasti del nostro Paese, e li ho portati a Roma per un periodo di sei settimane”, racconta. “Erano 36 il primo anno”, e ci mostra orgogliosa la foto di quella missione, alle sue spalle. “Per poter partecipare, devono aver fatto almeno due semestri di italiano, perché là sono ospiti di famiglie che non parlano inglese. Ma è sempre stata questa, la full immersion, la chiave del successo dell’iniziativa, che da allora ha sempre attratto all’incirca lo stesso numero di texani della prima volta”.

Ci può spiegare il suo ruolo di accompagnatrice? “Io mi diverto a organizzare, per loro, esperienze vere, reali. Non li tratto da turisti, ma da quello che sono, persone curiose e interessate a capire l’Italia. Mostro loro il bello e il brutto, non ‘addolcisco’ le situazioni. Li ho portai alle Fosse Ardeatine, abbiamo fatto un giro sul luogo in cui fu ucciso Pier Paolo Pasolini…”

Ma chi sono questi studenti iscritti ai corsi di italiano? Perché vogliono andare a Roma? “Ci sono ragazzi che, dovendo studiare almeno una lingua per laurearsi e sapendo già lo spagnolo, scelgono l’italiano perché pensano sia più facile, e poi si appassionano alla nostra cultura. Altri sono di origini italiane e sono curiosi di scoprire ‘da dove vengono’. Infine ci sono quelli che amano l’arte, o la musica, o il cinema italiani, e che magari hanno fatto latino al liceo. In nessuna scuola di Austin, invece, si offre l’italiano come lingua straniera”.

La professoressa Del Fattore non insegna solo l’italiano a Roma, ma ha affiancato, alla grammatica, programmi di cinema, teatro e di letteratura. “Purtroppo tra i giovanissimi studenti sono pochi quelli che conoscono i film di Fellini, o il neorealismo. È un peccato e una vera perdita culturale. Per questo mi sono impegnata a creare vari corsi. Uno è il Teatro della Narrazione, attorno alle figure di Pirandello, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame”. Un’altra idea è stata la produzione di video, che la docente romana ha chiamato Ital, dedicata a diffondere la cultura italiana in Texas. E ancora, il podcast Radio Arlecchino in cui le maschere discutono e discutono, ma intanto insegnano il congiuntivo e il condizionale.

Antonella si era laureata in letteratura anglo-americana alla Sapienza e si era trasferita a Austin nel 1981, con il fidanzato americano Bob, un attore conosciuto a Roma che sarebbe poi diventato suo marito. Nell’84 ha cominciato a insegnare italiano all’Università del Texas e non ha più smesso. “Austin di quell’epoca mi affascinò perdutamente. Era verde, piena di acqua, con poco traffico… quasi quasi mi ricordava Roma”, e sorride divertita. Oggi dice che ci sta ancora bene, anche perché ci vivonosua figlia e i due nipotini. “Ma la migrazione dalla Silicon Valley l’ha trasformata, le auto si sono centuplicate, le case costano molto ma molto di più”.

Comunque Antonella è soddisfatta per la carriera realizzata fin qui, alla luce dei risultati del Dipartimento. Il gruppo dei docenti d’italiano conta oggi una decina tra professori con la cattedra, in carriera e assistenti, che servono una popolazione di studenti vicina alle 200 unità. Di questi, una ventina ha scelto l’italiano come materia “major”, su cui si laureano.

La University del Texas ad Austin, con i suoi 50 mila studenti, è un colosso del settore accademico pubblico. Ma ad Austin c’è un’altra istituzione, di freschissima formazione, che non ha un campus ma ha già fatto molto parlare di sé. È la University of Austin, o UATX, fondata da Pano Kanelos, che ha annunciato il progetto nel novembre del 2021 e ha raccolto 100 milioni. Tutti i soldi sono arrivati finora da professori e intellettuali, affascinati dal messaggio semplice e classico della università digitale UATX: garantiamo la libertà di insegnamento, incoraggiamo i dibattiti scomodi, non “cancelliamo” nessun professore e nessuna tesi.

Nel panorama delle università attuali storiche, spesso imbavagliate da un approccio censorio e politicamente corretto, questa voce controcorrente andava segnalata. I primi professori, fondatori del progetto, sono Niall Ferguson, Kathleen Stock, Deirdre McCloskey, Ayaan Hirsi Ali, Rob Henderson, Thomas Chatterton-Williams, e Bari Weiss, la editrice del sito FreePress.

Cliccare sulle foto per leggere le didascalie

TORNA ALLA MAPPA DEL VIAGGIO
TORNA ALLA STOÀ

Le altre tappe del viaggio di Maria Teresa Cometto e Glauco Maggi

2023-09-20T10:04:41+02:00
Torna in cima